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sabato 18 novembre 2023

ARCELLA N. 13 di Elisa Falcioni e Luca Zaghetto

Una storia di vita, di vite. Un racconto molto personale che diventa corale, che parla di una generazione. Di errori in parte consapevoli e di una intera generazione che magari ha commesso degli sbagli ma l'ha fatto guardando al futuro, al voler cambiare le cose. Un libro scritto molto bene, che riesce senza tanti fronzoli e senza una ricerca eccessiva di arzigogoli narrativi e di linguaggio "elevato" ad appassionare a volerci far scoprire cosa succede dopo, al protagonista ma anche a tutto il giro di amicizie e di persone raccontati egregiamente in questo racconto che finisce forse involontariamente per essere anche "romanzo di formazione".Siamo a Padova, alla fine degli anni 70. Un periodo turbolento per l'Italia, ma che nella città veneta è più turbolento che altrove. Vi invito a dare una letta a quanto è facilmente reperibile in rete, per recuperare un po' di memoria relativamente a quegli anni che sembrano lontani ma che in realtà oltre ad essere stati formativi per molti raccontano di una realtà quanto mai attuale, fatta di difficoltà, di ricerca di speranza e di un futuro migliore quanto mai vissuto come una cosa difficile e improbabile da raggiungere senza l'impegno di tutti. Senza dimenticarsi dei drammi, che obiettivamente hanno coinvolto molte persone ma cercando di documentarsi senza preconcetti e senza falsi moralismi. 

Un arresto, un anno passato in carcere tra monotonia, abusi e prevaricazione. Ma anche momenti comici, divertenti, legati da un filo narrativo strutturato nel raccontarci non solo le situazioni di vita del protagonista ma tutto quello che succede in quel momento a Padova. 
E in particolare all'Arcella, quartiere da sempre vivo e fucina di pensieri e amicizie, amori e militanza politica. Il libro vive di aneddoti, di racconti divertenti e divertiti sul come il gruppo di ragazzi che era solito trovarsi "alla muretta" passava le serate. Di come le auto peggio messe della città potevano diventare mezzi inarrestabili, come inarrestabile era la voglia di cambiare il futuro e di vivere quel presente. Si, perché comunque la narrazione non perde mai di vista anche la base morale e politica alla base delle scelte prese dal protagonista e da tutto il suo giro di amici, amicizie sincere e che in molti casi sono andate ben oltre l'adolescenza e il periodo di militanza e di attivismo.

Il titolo è ovviamente un gioco di parole tra il nome del quartiere e la cella dove è ambientato il punto più importante della storia. 

Un libro decisamente consigliato, che racconta una storia che sicuramente si sentiva da parte degli autori il bisogno di raccontare, di rendere parte della vita di tutti così come è stato parte della loro.

Un volumetto prezioso nel suo non voler strafare pur essendo ovviamente e giustamente "di parte". Da leggere con attenzione, a riguardo, due tra le pagine finali, 133 e 134. Che magari aiuteranno qualcuno a rivedere almeno in parte un giudizio che non è sicuramente così facile da dare e da fare proprio visto la complessità delle dinamiche che ci sono state ma che va visto all'interno di un contesto più ampio, strutturato e complesso se non proprio complicato. 

Decisamente consigliato, 5 panini al salame dalle Vecchie su 5.  

RedstarPress, 15€

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