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giovedì 19 luglio 2018

La morte di Superman - DC Omnibus

Nei primi anni novanta leggevo Bonelli. Dylan Dog, l'appena nato Nathan Never, Martin Mystere. Avevo interrotto la lettura del mio adorato SpiderMan e non conoscevo praticamente nulla dei personaggi Dc Comics. Sapevo chi era Superman, che esisteva Wonder Woman e di Batman avevo solo la percezione data dalla serie tv e dai film di Tim Burton. Tuttavia, visto che nei giornali se ne parlava parecchio, ero curioso di sapere cosa stava per succedere a Superman.
Nel 1992 infatti anche i giornali e i tiggì riportavano la notizia di questa cosa (per un ragazzino: assurda) della morte di Superman.

Se ci ripenso, probabilmente con la distorsione data dal tempo e con l'età dell'epoca, ho la memoria di una dinamica comunicativa che parlava di Supes come di un personaggio così importante e così partecipato da rendere la morte di un personaggio immaginario quasi come una dinamica reale, luttuosa e importante per tutto il genere umano. Sicuramente è il ricordo che come detto riporta a pensieri errati, ma andando a sfogliare l'internet riguardo questa run sicuramente importante dal punto di vista della storia del fumetto c'è un fondo di verità. Purtroppo.
Partiamo dalla storia narrata nel ciclo raccolto in maniera più che dignitosa dai tipi di Rw-Lion nell'ennesima ristampa.
Facciamo molto in fretta: da una grotta esce un tizio grosso e cattivo che distrugge tutto senza apparente motivo. Tutti gli eroi della terra provano a fermarlo ma si prendono le pizze in faccia. Arriva l'eroe più forte di tutti: Superman. E inizia a prendersi a cazzotti con il tizio grosso di cui sopra. Tanti cazzotti. Tavole e tavole di super-cazzotti. Ma anche il supereroe più super di tutti finisce che non è così grosso e forte come il tizio incazzoso. Ma è un eroe. Trova la forza di andare avanti e di pizza in pizza finisce che ci lascia il mantello. Da eroe. Perchè è il più eroe di tutti. E tutti lo piangono. Fine.
Non voglio sembrare brutale, ma credetemi che questo è quanto. C'è sicuramente, sopratutto nell'ultimo numero, una sequenza di tavole (una per pagina come a voler trasfigurare sotto forma di quadro la sofferenza e la passione della battaglia) interessanti e belle da guardare. Ma del tizio cattivo (Doomsday) non viene tracciato alcun tipo di "profilo" se non la presentazione di una forza animale bruta e rappresentativa del male inevitabile. La morte dell'eroe finisce per non essere assolutamente empatica, decisamente molto più toccante quanto succede sul mega crossover "Crisi sulle terre infinite" che non voglio spoilerare e di cui parlerò in un altro momento.
Tutto qui. Pizze in faccia, sofferenza ed eroismo. Ma senza un costrutto che ci faccia essere eccessivamente partecipi.
Ben diversa l'importanza commerciale e mediatica dell'evento.
Di morti illustri nel mondo dei comics ce ne sono sempre state e sempre ce ne saranno. Nel recente passato basta pensare a Wolverine, Charles Xavier, Flash. Sono tutti tornati e tutti torneranno. Il punto di svolta del fumetto americano è stata la morte di Gwen Stacy. Un momento toccante e assolutamente empatico e destabilizzante. Che infatti non ha visto se non nel recente passato e in maniera "abbastanza" elegante una resurrezione che sarebbe stata decisamente fuori luogo. Con Superman si è toccato volutamente un eroe iconico ed inserito in maniera assoluta nell’immaginario collettivo. Una scelta palesemente volta a creare hype e movimentare il sentimento di partecipazione collettiva del mondo americano.
I racconti di come le fumetterie USA hanno gestito l'evento vi permette di capire cosa sia stato per DC COMICS questo "evento".

Insomma, una storia da leggere se si vuole partecipare ad un avvenimento sicuramente importante per la storia del fumetto ma con la consapevolezza che a conti fatti è una robetta.

Voto: 2/5



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